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   19561Così scriveva il dr.Andrea Rigoni fondatore e primo maestro del            Coro Asiago per il 40° di fondazione

Erano i primi anni ’50; anni del dopoguerra; anni di ripresa economica e di emigrazione. Non c’era la televisione e di sera si andava con gli amici al bar o all’osteria e spesso anche per le contrade a cantar la serenata alle morose.

La Schola Cantorum parrocchiale era guidata dalla discreta e astuta mano di Don Angelo Dal Zotto, ed era sempre sotto esame e… giudizio della severa autorità dell’Arciprete Mons.Barbiero. Fra tutte le altre voci si distingueva quella del Bepi Cornola; voce di tenore solista morbida e misteriosa dagli acuti facili e brillanti, degni dei lirici teatri.

Si provava con impegno in una saletta del vecchio Patronato maschile e si cantava la Messa in duomo nelle Feste grandi, attendendo con pazienza e … speranza il premio di una cena annuale o di una gita sociale, quando arrivavano! Studente a Padova, con qualche interesse musicale dopo alcuni corsi di studio al pianoforte seguiti con la scomparsa Fiorella Benetti e Nico Sartori, i due massimi musicisti asiaghesi, avevo avuto modo di assistere, nel ‘51, ad uno del primi concerti del coro C.A.I. di quella città, rimanendone entusiasta. 

E ritornando a casa in occasione del Natale, portai ad Asiago il testo dei "Canti di Montagna" della S.A.T. di Trento, coro già allora famoso e conosciuto in tutto il mondo.  Il testo mi era stato donato dal Don Gianni, il compianto fratello anche lui appassionato di musica, con l’invito di farne buon uso.  Così in una sera nevosa del gennaio ’52, con alcuni amici del coro della Chiesa, ci mettemmo ad imparare "La Montanara" e qualche altro pezzo di facile apprendimento ed ascolto. 

Ben presto altre voci si aggiunsero alle prime ed in poco tempo si formò un gruppo di una ventina di amici, alcuni dei quali ancora molto giovani, che decisero di continuare a ritrovarsi per  cantare i canti della S.A.T. "tradendo" il coro della chiesa e le Messe cantate anche a causa di una "insuperabile divergenza" con l’Arciprete; divergenza che trovò comunque comprensione e … assoluzione alcuni anni dopo.  Sera dopo sera, prova dopo prova, quel gruppo di amici diventò veramente un coro di montagna che si presentò al pubblico di Asiago, per la prima volta, il 16 agosto 1952 sul palco del piazzale del Prunno, con il nome di "Gruppo Corale Asiago". 

Quale presidente venne scelto Adamo Lobbia che per vari anni ne fu anche animatore, spesso presentatore ed al quale ci legano vivi ricordi di differenti e appassionanti momenti della vita del coro.  

Ma il debutto ufficiale avvenne a Roana il 15 novembre dello stesso anno in occasione della festa di S.Giustina, dove ci presentammo con una decina di canzoni, tutte del repertorio della S.A.T. 

Cantavamo a memoria, già attenti ai ritmi e ai valori delle scritture, al colore e alla fusione delle voci. Quanto erano belle quelle piccole cante, "Gran Dio del cielo", "Tante putele bele", "Quante stele vi è nel cielo" e le altre.  

Seguirono vari inviti ed occasioni di esibirci negli altri paesi dell’Altopiano e finalmente salimmo, fiduciosi nelle nostre… capacità, sul palco del cinema teatro Lux, dove, in una memorabile coreografia di ambiente e di luci curata da Nereo Stella, sostenemmo il nostro primo vero concerto intonando, quasi nascosti in un bosco di abeti, la nostra canzone di apertura "Col nostro canto andiam per monti e valli d’or" parole e musica del "Gruppo Corale Asiago", come diceva la voce fuori campo durante la seconda frase sussurrata dai coristi!
È stato il primo grande successo che riscosse favorevoli commenti di appassionati e di critici, creò entusiasmo dentro e fuori il coro e ci rese sempre più convinti di dover proseguire il cammino intrapreso preparando e presentando brani sempre più impegnativi ed importanti. In giro, di cori ce n’erano ancora pochi: oltre quelli citati, erano conosciuti: il coro "Rosalpina" di Bolzano, "Incas" di Bergamo, "Montebaldo" di Verona e nella nostra Provincia il Coro "Obante" di Valdagno sorto poco prima del nostro. 
Cantammo più volte all’Ossario in occasione della grande cerimonia annuale dei Combattenti e presto scendemmo a cantare in pianura: a Valdagno, Vicenza, Padova, Ferrara ed in tante 
altre località

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 italiane dove il nome del "Gruppo Corale Asiago" si era fatto conoscere ed apprezzare. Tenemmo a "battesimo" altri cori, cantando assieme nel loro primo concerto; e alcuni di questi sono poi diventati anche grandi e famosi. 

Poco alla volta ci rendemmo conto di essere, oltre che espressione di coralità montanara, anche soggetto di creazione e diffusione di cultura musicale popolare; anche per questi ci sentivamo orgogliosi. 

Nel coro si stava per passione del canto e per amicizia ed intanto l’arrivo di qualche nuovo corista veniva a riempire il vuoto lasciato da qualche altro che se n’era andato. Quanti arrivederci e quanti addii! Sono rimasti tutti nei nostri ricordi: quelli che hanno smesso per motivi personali ma rimanendo in paese o in Italia, ed ancor più quelli che sono dovuti andare lontano, ritornando magari dopo molti anni o non ritornando più.

Ilario Stern, che continua a cantare la montanara in Australia; Toni Tolla, partito per il Canada ancora ragazzo e diventato imprenditore di successo in California; Toni Uco, che partendo per l’America dalla stazione di Vicenza, con le lacrime agli occhi continuava ad agitare la mano in segno di addio per poi sparire con il treno nella nebbia dell’inverno padano; a Cesare Bagari della cuba, sorriso gentile e carattere mite e generoso, con quella voce leggera e delicata di tenore secondo che andò a tacere per sempre in una remota località dell’Ontario. E quanti altri! Con gli anni il coro maturava e cambiava.

Il repertorio veniva arricchito dalle fantasiose rielaborazioni popolari di Malatesta, dalle pregevoli composizioni di Marco Crestani, dalle sublimi invenzioni musicali di Arturo Benedetti Michelangeli, dalle colte proposte di ricerche polifoniche di Paolo Bon, dalle nuove armonie corarli di Bepi De Marzi, e da molte altre canzoni fra le quali "Ortigara", nata dalla collaborazione dei coristi stessi con i lori maestri. 

Anche il nome di "Gruppo Corale Asiago", intorno agli anni ’60 cambiò, diventando "Coro Monte Ortigara" in sintonia con quello della neonata sezione A.N.A. di Asiago.  Solo alcuni anni più tardi prese l’attuale nome "Coro Asiago". Nel frattempo anche il sottoscritto, emigrato stabilmente in pianura, dovette lasciare.  

La direzione passò al bravo Piero Gloder, organista di Gallio ed in seguito a Tullio Rigoni Colombo, maestro della banda musicale di Asiago; all’Osvaldo Tessari di Camporovere, sempre disponibile per l’incarico di direttore ad interim; ad Ilter Pelosi, fertile ed eclettico musicista di origine emiliana trapiantato in Asiago; a Elio Caldieraro, dalla grande passione per il canto corale dal gesto deciso; ed infine a Francesco Allegrini, la cui preparazione musicale ha dato al coro una dimensione culturale prima mai conosciuta.

Nessun altro coro ha potuto realizzare tante e differenti esperienze, confermando di volta in volta la volontà e l’impegno a proseguire.  Anche i presidenti, nel tempo, sono cambiati.  Da Adamo Lobbia, ritiratosi per motivi personali ma con il coro per sempre nel cuore, all’indimenticabile Giancarlo Carli, prestante tenente degli Alpini.  Infine Maurizio Stella, che prendendo il coro per mano ancora molti anni fa, lo ha accompagnato con successo per monti e città, attraversando anche gli oceani, come itinerante ambasciatore dell'Asiago natia presso le comunità Asiaghesi sparse nel mondo. 

Così quel piccolo gruppo di amici cantori di Chiesa è diventato, durante questi anni, una radicata ed importante istituzione della vita sociale Asiaghese e la viva espressione canora delle sue civili virtù.Di quel gruppo di giovani amici solo due son rimasti ancora a cantare, Andrea e Aldo, i capelli e la barba già bianchi, ammirevoli e fedeli testimoni di quarant’anni di vita e di storia del Coro Asiago.

Andrea Rigoni Carisc - 1992

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